Guida alla gestione della Partita IVA per nomadi digitali
Quella dei nomadi digitali è una categoria di lavoratori che ormai esiste da diversi anni e, col passare del tempo continua a crescere sia a livello di numero che di diversità.
Ma occhio a non fare confusione. Il termine “nomade digitale” non identifica una precisa categoria di lavoratori. E di conseguenza non vi è alcuna legge che regolamenta i cosiddetti digital nomads. All’interno dell’ordinamento legislativo italiano infatti, non troverai ma alcun tipo di riferimento a questa categoria.
Ma chi sono i nomadi digitali? Per nomade digitale si intende un individuo il quale non dispone di un posto fisso dal quale lavorare: il suo ufficio è il mondo. Egli è libero di viaggiare e spostarsi senza alcun tipo di vincolo e costrizione e, ovviamente anche grazie alla tipologia di lavoro svolto, può lavorare da qualsiasi località essi voglia.
Alcuni esempi di nomade digitale possono essere il developer, il marketer, l’esperto di social media, il consulente, il marketer, l’esperto di SEO o SEM, il copywriter, l’influencer, il fotografo, il videomaker e moltissimi altri lavori del genere. Ognuno di questi è caratterizzato da un semplice caratteristica: il tipo di lavoro e gli strumenti di cui ha bisogno posso essere messi facilmente all’interno di uno zaino.
Nomadi digitali: come aprire una partita IVA?
Uno dei punti più dolenti per iniziare a lavorare come freelancer o diventare un “nomade digitale”, è sicuramente l’aspetto legale, fiscale e burocratico che ne consegue.
Aprire una partita IVA è il principale prerequisito per poter svolgere la propria professione rispettando la legge e evitando coì di imbattersi in situazioni scomode.
Esistono varie soluzioni per aprire una partita IVA, ma il nostro consiglio è sicuramente quello di affidarsi a un servizio online, il quale possa appoggiarti e assisterti 24 ore su 24. Tra le opzioni più valide nel mercato vi è sicuramente Fiscozen, un servizio online il quale ti permette di delegare qualsiasi aspetto relativo alla gestione della partita IVA, concentrandoti così sul tuo business. Per scoprire meglio questo servizio, prova a leggere questo articolo sulle opinioni e recensioni di Fiscozen scritto da Travellairs, uno dei blog di viaggi più autorevoli presenti sul mercato, dove vengono analizzati tutti i pro e i contro del servizio, assieme a tutte le sue caratteristiche e le sue funzionalità.
Ovviamente, questa tipologia di servizi non rappresenta l’unica soluzione esistente. Chiunque è libero di aprire la partita IVA da solo oppure appoggiandosi al proprio commercialista di fiducia. I vantaggi che i servizi di gestione online garantiscono, soprattutto a un nomade digitale, sono correlati alla possibilità di poter viaggiare di continuo senza dover mai preoccuparti della gestione della propria posizione fiscale.
Partita IVA all’estero o in Italia?
Uno dei questiti che più tormentano le notti della maggior parte dei nomadi digitali ed il loro lavoro “incerto ma felice”, è relativo alla possibilità (o l’obbligo) di aprire la partita IVA in Italia o all’estero.
La risposta, purtroppo, non è una. Vi sono varie sfaccettature relative all’applicazione della legge e il nostro consiglio rimane sempre quello di richiedere il supporto e l’assistenza di un esperto commercialista, onde evitare errori e complicazione.
La regola generale a cui ogni nomade digitale deve far capo è collegata al luogo in cui si risiede e in cui si decide di pagare le tasse. Ovviamente, chi lavora in Italia è assoggettato alle norme e le direttive del fisco italiano. Le complicazioni sorgono quando un soggetto, come ad esempio un nomade digitale, viaggia di continuo e si sposta da una località all’altra.
La regola generale prevede che chi lavora all’estero per meno di 183 giorni all’anno rimane soggetto alle leggi italiane, pagando le tasse in Italia come un normale cittadino residente nel Bel Paese. Chi invece lavora all’estero per più di 183 giorni all’anno avrà la possibilità di trasferire la proprio tassazione all’estero, con tutte le conseguenze in termini di burocrazia e pagamento delle tasse che ne conseguono.
La disciplina a volta può essere confusa e complessa, soprattutto per quanto riguarda le partite IVA all’estero ed è proprio per questo che appoggiarsi ad un esperto commercialista è sempre la soluzione ideale.