Diffusione ed importanza degli agriturismi nel corso del tempo

agriturismo

Si parla molto degli agriturismi, ma pochi in realtà sanno come è nata questa forma di ospitalità rurale che riscuote sempre maggiore successo. In Italia queste realtà agricole nascono a partire dagli anni ’60, ma in Francia sono già presenti da un decennio, ovvero da quanto nasce la “Federation Nationale des gites ruraux” che ha lo scopo di organizzare e regolamentare questo fenomeno che si era già spontaneamente diffuso. In Italia bisogna aspettare ancora qualche anno, ma nel 1970 sono già 3 le associazioni che se ne occupano. La nascita dell’agriturismo segna un passo importante della storia delle comunità rurali: le persone sentono l’esigenza di abbandonare le città, sempre più caotiche, per trascorrere un periodi immersi nella vita semplice delle campagne. Nel 1973 alcune leggi tentano di disciplinare il settore, ma solo nel 2006 arrivano le norme che hanno lo scopo di sostenere l’agricoltura anche attraverso la promozione di questa forma di turismo, che ha anche riportato le donne nelle campagne che esse avevano progressivamente lasciato a causa del duro lavoro, più adatto agli uomini. Come risultato, la qualità e il gusto dell’accoglienza sono notevolmente migliorate.

Arriviamo a oggi. Nonostante la crisi, l’attività agrituristica tiene, anzi, prospera: sono oltre 5 milioni in tutta Italia le persone che amano soggiornare in un agriturismo per conoscere ed apprezzare i prodotti tipici dell’azienda agricola, come vino, olio e dolci. Sempre di più si diffonde, nella società italiana, la cultura del sostenibile: se infatti negli anni ’80 la prosperità del settore dell’allevamento non rendeva necessari servizi aggiuntivi, oggi alcuni mercati agricoli conoscono una progressiva contrazione che ha spinto molti agricoltori a valorizzare i prodotti e le attività tradizionali. Attualmente, il numero di aziende agricole che offre servizi turistici in Italia è raddoppiato: si parla di un aumento del 57% in soli dieci anni, un boom che non è giustificato solo dai prezzi contenuti che propone questo tipo di attività. Si tratta di un settore importantissimo per il made in Italy che unisce due punti di forza di questo paese, ovvero il turismo – da sempre prerogativa dell’Italia – e l’agricoltura, un’altra realtà fondamentale per la nostra economia.

Perché sceglierlo? In primo luogo, come confermano i dati diffusi, per l’ottimo rapporto qualità/prezzo che si attesta intorno ai 30-35 euro a notte, decisamente abbordabile per tutte le fasce di popolazione; in secondo luogo per la loro posizione, molto spesso al centro di zone turistiche rurali che offrono paesaggi incontaminati e la possibilità di effettuare escursioni e gire istruttive; ma anche per la possibilità di prolungare il soggiorno senza complicazioni burocratiche, per la presenza di ristoranti tipici dove gustare i sapori genuini e a km zero della gastronomia locale e per l’accoglienza di bambini e animali, spesso non tollerati in altre strutture. Tra i 20 mila agriturismi presenti in Italia, con un trend di crescita del 3% annuo, ci sono diversificate possibilità di tuffarsi nella vita contadina a stretto contatto con il verde della natura, gustare i prodotti sani e rustici della campagna che evocano le tradizioni di un tempo e, anche, per sperimentare uno stile di vita decisamente più tranquillo. Non meno attraente la possibilità di imparare qualcosa grazie alle fattorie didattiche.

Il turismo agricolo rappresenta ancora un’esigua parte del fatturato del settore terziario italiano (solo il 2%), ma gli agriturismi nel corso degli anni si sono ritagliati uno spazio sempre maggiore nella nicchia delle attività rurali: permette infatti di generare ricchezza sfruttando gli immobili inutilizzati dell’azienda e vendendo i propri prodotti agricoli, unendo quindi diverse attività sotto un’unica connotazione.

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