L’E-commerce in Italia nel 2016: quali sviluppi per il futuro?

e-commece in italia

Gli sviluppi futuri dell’e-commerce nel nostro Paese si basano su molteplici strade destinate a intersecarsi tra loro: se da un lato l’accesso temporaneo ai contenuti digitali – giochi, video, musica, e così via – ha preso il posto dell’acquisto, dall’altro lato i marketplace sono destinati a diventare un canale di vendita molto importante, per i quali è facile prevedere una forte crescita. Essi, anzi, dominano il mercato e si stanno affermando come piattaforme di servizio che regolano il commercio elettronico. Se si pensa che in Gran Bretagna un terzo del fatturato dei prodotti fisici che si vendono su Internet è gestito da appena tre attori (Tesco, eBay e Amazon), è facile immaginare che anche da noi lo scenario potrebbe diventare simile.
Anche per merito dei marketplace, in effetti, i mercati esteri stanno diventando e diventeranno sempre più accessibili alle piccole e medie imprese, mentre la logistica si rivelerà un asset strategico, in virtù di nuovi modelli di consegna e di ritiro, con una priorità sempre più elevata per la gestione dell’ultimo miglio.
Per fare sì che un ecommerce abbia la possibilità di crescere e di avere successo, è fondamentale il supporto di un’agenzia SEO e, più in generale, di professionisti esperti nel settore. La situazione italiana permette di rilevare che la leva di crescita principale possa essere individuata nella vendita all’estero. Proprio in virtù del consolidarsi dei marketplace, in effetti, negli ultimi anni numerosi attori dell’ecommerce nostrano di dimensioni medie e piccole hanno cominciato a vendere al di là delle Alpi, avendo – così – l’occasione di constatare che in diversi casi il mercato consente di ottenere margini più elevati, dal momento che è meno sensibile al prezzo di quanto non avvenga nel contesto italiano.

Big Data e comodity: verso un ecommerce sempre più su misura

Ma è chiaro che per i profitti di un ecommerce il supporto di un’agenzia SEO è fondamentale anche in considerazione del cosiddetto predictive selling, che è reso possibile dai Big Data. Si tratta, in sostanza, di puntare sull’ecommerce predittivo, che dà la possibilità di prevedere quali prodotti mettere a disposizione dei singoli clienti e quali prezzi proporre. La gestione dei prezzi, in effetti, è un ambito di interesse notevole del predictive selling, visto che è indispensabile far parte della buy box, cioè rientrare nella proposta di default del marketplace.
Infine, vale la pena di menzionare la subscription per beni commodity: questo modello avrà successo in modo particolare per quegli acquisti a basso rischio percepito e per le categorie di prodotti ad acquisto ripetuto, come i cosmetici, gli alimenti e gli articoli per la casa. Infatti, gli acquirenti possono essere avvantaggiati da servizi di abbonamento e consegna automatici per tutti quei prodotti non deperibili di cui si è certi di aver bisogno, dai detergenti alle uova, dai detersivi ai cereali, dal dentifricio allo shampoo. Gli ecommerce devono essere progettati, dunque, in modo da automatizzare i processi: lo shopping online si presta a un modello di vendita per cui non è necessario che i clienti controllino e verifichino ogni volta gli articoli comprati (il filo interdentale da acquistare è sempre quello, così come il sapone, il detersivo per i piatti, e così via).