Passione piano: consigli per imparare a suonarlo

Esiste un legame particolare, intimo ed intenso che unisce la musica alle emozioni. Si tratta di un filo conduttore fortissimo e personale che si esprime in modi e tempi diversi a seconda dell’attimo. Ascoltare musica è un momento denso di significati e foriero di suggestioni uniche; suonare in prima persona un brano è un’emozione di pochi ed un piacere per lo spirito.
Saper suonare uno strumento musicale è una passione che rivela un’interiorizzazione profonda, un moto di espressione dell’animo ed un’abilità dal fascino del tutto particolare.
Sarà per la sua imponenza o per la sua scacchiera bianca e nera che ne rimanda un’immagine regale, ma il pianoforte è considerato da molti come un protagonista assoluto nel vasto panorama degli strumenti musicali.
Il pianoforte è uno strumento amatissimo, ma, se si coltiva l’ambizione più o meno segreta di diventare un pianista, è bene sapere che non si tratta un percorso agevole. Imparare a suonare il pianoforte richiede impegno, costanza, fatica ed abnegazione oltre ad un sano rispetto verso il re dell’orchestra.
Per chi vuole cimentarsi nell’impresa ed intraprendere la lunga strada verso il traguardo sperato, consigliamo di continuare la lettura per carpire qualche consiglio in più per cominciare con il piede giusto il percorso.
Conoscere le proprie mani
Il rispetto reverenziale che ci colpisce quando ci si siede per la prima volta davanti alla tastiera a scacchi di un pianoforte è pienamente giustificato. Come fare per eseguire melodie sempre più virtuose?
In primo luogo è bene sapere che per suonare il pianoforte sono necessarie entrambe le mani. La destra, in via generale, si occupa di riprodurre la melodia mentre la sinistra esegue gli accordi.
Per acquisire la giusta coordinazione di movimento, a meno che non si sia ambidestri, è necessario allenarsi ad usare la mano sinistra che inizialmente sarà meno agile e più impacciata. Uno delle possibilità che si ha è quella di forzarsi ad usare, inizialmente, soltanto la mano sinistra in modo da acquisire spigliatezza e padronanza.
Naturalmente il processo che porterà ad utilizzare entrambe le mani in scioltezza è piuttosto complesso e lungo; sarà l’insegnante a stabilire i tempi giusti per aggredire la tastiera in modo combinato.
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Studiare il solfeggio
La lettura di uno spartito musicale è indispensabile per poter suonare un brano al pianoforte, ma è una pratica tutt’altro che banale. Per riuscire nell’intento è necessario impegnarsi nello studio del solfeggio. Si tratta, nello specifico, di una particolare pratica che consiste nella lettura orale della musica nel pieno rispetto della scansione ritmica delle note che permette di imparare la suddivisione del tempo.
Il solfeggio, parlato prima e cantato poi, è indispensabile per i neofiti dello strumento, ma è una pratica indispensabile anche ai professionisti della musica per assimilare brani e battute particolarmente difficili.
Per imparare i segreti del solfeggio le scuole di musica utilizzano spesso il sistema del dettato musicale. L’apprendimento dell’arte del solfeggio è il risultato di un allenamento ripetitivo e piuttosto noioso da seguire, però, con attenzione e determinazione.
Imparare il ritmo
Una volta acquisita una certa padronanza di base nell’apprendimento delle note, è necessario compiere il passo successivo e cimentarsi con l’acquisizione del ritmo. Il controllo del ritmo è essenziale per acquisire e mantenere il tempo mentre si suona; il modo migliore per assimilare il concetto è aiutarsi con le mani (o un metronomo).
Lo studio del solfeggio, dunque si evolve abbinando alla lettura a voce alta delle note, il movimento delle mani che potrà essere in battere (movimenti dall’alto verso il basso) oppure in levare (movimenti laterali). Con l’acquisizione del senso del ritmo, sarà impossibile andare fuori tempo e verrà naturale rispettare le battute ed i tempi dello spartito musicale.
Va comunque precisato che, anche in questo caso, la pratica può non essere del tutto immediata o naturale, ma va acquisita e perfezionata con lo studio. Soltanto con l’apprendimento delle regole di base sarà possibile interpretarle personalmente ed, eventualmente, aggiungere un tocco individuale.
Leggere e suonare un brano
Soltanto dopo l’acquisizione teorica delle note (solfeggio) e del tempo (ritmo) sarà possibile concentrarsi sulla riproduzione dello spartito in musica.
Il primo consiglio è quello di cimentarsi in un brano conosciuto e di procedere per gradi.
E’ consigliabile scegliere, un brano in chiave di Fa senza troppe note da eseguire con la mano sinistra, con accordi semplici e che non richieda un’agilità esasperata delle mani.
Per agevolare la riproduzione musicale è consigliabile suddividere il brano in sezioni per assimilare, prima, le informazioni nel modo corretto ed essere in grado poi di metterle in sequenza.
La fretta è cattiva consigliera; la riproduzione in musica dello spartito richiede un grande impegno per il cervello che deve leggere le note, coordinare le mani e tenere il tempo.
Leggere e suonare la musica è molto più complesso di quanto si pensi e necessita di un allenamento prolungato senza lasciarsi scoraggiare dai primi insuccessi.
Impegnarsi quotidianamente
Non è produttivo voler strafare anche se si è assistiti da una grande passione e da molta voglia di riuscire. L’esercizio quotidiano, breve, ma ripetuto e costante è il giusto antidoto contro la noia, la tentazione di lasciar perdere quando il percorso si fa più difficile ed il metodo migliore per tagliare il traguardo con soddisfazione.